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a cura di MARIA RICHICHI – Note d’Autore

Giuseppe Lascala                                   Giuseppe Lascala – data foto: ottobre 2012

"Il ricordo più bello" e "Natale a Saint Oyen" sono due romanzi dell'Autore Giuseppe Lascala – di seguito le sue NOTE D'AUTORE 

Note d'Autore – di Giuseppe Lascala

Sono nato ad Arzona, frazione del Comune di Filandari, in provincia di Vibo Valentia (Calabria), nel 1949. Da oltre quarant’anni vivo e lavoro a Milano. Sono stato funzionario in una società di trasporti. Il mio impegno attuale  è nel sociale, operando come dirigente nel settore della mutualità integrativa volontaria.
Autore di pubblicazioni su varie riviste e vincitore di premi letterari con brevi racconti e poesie, sono alla mia seconda esperienza con l’impegnativo genere del romanzo.
Nel 2011, con Youcanprint edizioni Youcanprint edizioni, ho pubblicato “Il Ricordo più bello” e “Natale a Saint Oyen”: due romanzi che hanno trovato una buona accoglienza di pubblico e di critica e che mi hanno procurato gratificanti riconoscimenti.
Ho già pronto per la stampa un nuovo romanzo, che va a completare il trittico di lavori narrativi con i quali ho voluto aprire una finestra sulla realtà del nostro tempo, cercando di interpretare la stessa realtà e di trasferire poi sulla carta sentimenti ed emozioni.


I ROMANZI

Il Ricordo più bello

È un romanzo ambientato nel mondo contadino del Sud, e vuole essere anche e soprattutto un messaggio d’amore verso il vecchio Patriarca, che per me rimane l’emblema dei più grandi valori della vita e della santità della famiglia.
La narrazione in questo romanzo è suddivisa in due parti.
Nella prima parte l’Io narrante ricorda quando, da bambino, il nonno, prima di morire, gli racconta la storia della sua vita e della sua famiglia. E la tribolata vita del nonno diventa un poco la vita e la storia della gente di un piccolo paese della Calabria, emblema d’altronde della storia dei tanti paesi del Meridione, dal 1860 in su: quattro case e un forno, due o tre signori benestanti e tiranni, un paio di prepotenti, e la disgraziatissima e miserevolissima gente, che spende la vita tra sacrifici, drammi, tragedie, malattie e soprusi subiti.
Ma è un po’ troppo credere che le cose siano cambiate in meglio. Infatti, nella seconda parte del romanzo, sono descritti le difficoltà e i penosi tentativi degli emigrati di inserirsi nella nuova realtà nella quale il bisogno li ha portati a vivere. Sono quindi messi in luce molti degli aspetti negativi dell’emigrazione, fenomeno che nella seconda metà dell’Ottocento e nel Novecento ha interessato il meridione d’Italia e che oggi interessa soprattutto i Paesi extra – comunitari.
A spingermi a cimentarmi come scrittore non è stato certo il romanzo in sé, tradizionalmente, modernamente o comunque inteso, ma soprattutto il bisogno che la gente come me ha di raccontare la propria storia e le proprie esperienze (appunto come fa il nonno dell’Io narrante), per mettere ordine nella propria coscienza e nella propria memoria, e rendere emblematiche le proprie tribolazioni, che altrimenti resterebbero troppo crudeli.
Un bisogno, avrebbe detto il Manzoni, di trarre il succo della storia.
Con un linguaggio che mi auguro risulti per il lettore semplice, chiaro e comunicativo, in questo libro, che affronta anche il tema della morte in senso lato, come forma di rielaborazione del dolore per superare il trauma e andare avanti, ho cercato di dare espressività ai personaggi e di presentare in maniera oggettiva la cronaca di taluni avvenimenti, nella speranza che questa narrazione molto partecipata del lento scorrere della vita nella civiltà contadina del Sud stimoli in chi avrà occasione di leggerlo, oltre che un po’ di umana comprensione nei miei confronti e nei confronti dei miei personaggi, anche e soprattutto una riflessione storico – sociale sugli avvenimenti stessi e sull’attuale qualità dei nostri valori.


Natale a Saint Oyen

Saint Oyen è una piccola località che si trova a metà strada tra Aosta e il valico del Gran San Bernardo, dove ha sede la casa ospitaliera Chateau Verdun, la cui cura è affidata ai canonici Agostiniani, che rimangono fedeli alla loro missione originaria di accogliere quelli che un tempo erano chiamati pellegrini e che, da oltre nove secoli, ospita chiunque desideri combinare un periodo di vacanza con momenti di meditazione spirituale.
Nella storia narrata in questo libro, quando il Natale è ormai alle porte, l’Io narrante decide di andare proprio in quella casa a trascorrere le feste con la sua famiglia.
La sua non é però una voglia di vacanza né una fuga, ma la ricerca di un po’ di pace, di qualcosa che gli consenta di riflettere sui suoi dubbi, sulla sua vita, sul senso dell’esistenza e sul suo vero valore.
Inizia così un viaggio consapevole verso un luogo capace di coniugare spiritualità e riposo, natura e silenzi. Ed è proprio da quell’esperienza che è nata l’idea di scrivere il romanzo “Natale a Saint Oyen”.
Si tratta di un lavoro che ho condotto con entusiasmo e con passione. Pagina dopo pagina, ho cercato di dare scorrevolezza alla lettura, credibilità ai personaggi; e ho cercato di approcciare i temi trattati in modo tale che il lettore si trovasse il più possibile coinvolto in una narrazione avvincente, che si leggesse quindi tutta d’un fiato e che avesse anche un minimo di pregio letterario.
Questo romanzo vorrebbe avere lo scopo di rendere partecipe il lettore alla personale vicenda umana dell’Io narrante, nella quale non manca una sorta di tormento creativo che, attraverso la scrittura, vorrebbe far scoprire l’uomo, il suo calore, la sua carica emotiva, ma anche il gusto per una narrazione viva, che affascina e appassiona.
“Natale a Saint Oyen" è un romanzo nel quale ho ripreso alcuni dei passaggi più espressivi del mio trentennale impegno nel sociale, richiamando i motivi che stanno alla base della mia vocazione per la solidarietà.
Il panorama del campanile, tratto dalla galleria fotografica del comune di Saint Oyen, da me scelto per la copertina, altro non è che la sintesi dei motivi ispiratori dello stesso romanzo, il quale attinge a episodi della mia biografia con l'intento di presentare una visione della vita ispirata ai valori etico –  religiosi della cristianità cattolica.
Da questo scritto vorrebbe emergere la volontà di far comprendere al lettore, senza pedagogismi, che dietro ognuna delle tre vite raccontate c'è un disegno di misericordia e allo stesso tempo un esempio di vita religiosa che può indicare una strada per elevare lo spirito al di sopra delle brutture che il mondo contemporaneo, senza morale, ci impone.
Natale a Saint Oyen vorrebbe inoltre aprire la porta dei ricordi e della coscienza di un mondo di solitudine e di sofferenza accanto al nostro mondo di persone attive e indaffarate, che spesso dimentichiamo: i deboli e gli sconfitti.
Questo è ciò che io, come autore, con molta modestia, ma anche con la crudezza di alcuni episodi descritti, ho cercato di fare con il romanzo “Natale a Saint Oyen”.
Auguro buona lettura.

Giuseppe Lascala

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