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Gennaio 1943, la campagna di Russia volgeva al termine

La tragica ritirata e le disperate battaglie vinte per la salvezza

70anni fa l’Esercito Italiano compiva la tragica ritirata dal fronte orientale. Il Generale inverno e gli scarsi armamenti non impedirono il coraggio e la disperazione che portarono molti dei nostri soldati a spezzare l’accerchiamento effettuato dall’Armata Rossa, con l’obiettivo dell’annientamento totale. Grazie al coraggio di quegli uomini, per la maggioranza alpini, molti di quei giovani d’allora hanno potuto riabbracciare i loro cari. La famosa e tragica ritirata di Russia conserva in sé numerose battaglie vittoriose per rompere l’accerchiamento effettuato dalle truppe russe e dai partigiani che chiusero in una sacca l’esercito italiano per una sua completa distruzione. Il valore, il coraggio, la disperazione e il forte desiderio del ritorno, fecero sì che l’anello di fuoco e ferro fu vinto. Gli alpini della Tridentina condotti dal generale Reverberi andarono all’assalto di Nikolajewka dopo aver vinto altre sanguinose battaglie lungo la via del ripiegamento, seguiti da una disperata moltitudine di congelati, affamati, disperati con muli e slitte cariche di feriti a temperature di 40°, espugnandola con aspri combattimenti, affrontando i micidiali carri T34 con bombe a mano nonché all’arma bianca e aprirsi, così, la via del ritorno per l’Italia. Migliaia e migliaia di soldati diedero l’assalto alla famosa località, scrivendo pagine eroiche sul libro della Storia. Senza quella vittoria gloriosa, molti non sarebbero ritornati in patria. Interi battaglioni e compagnie si sacrificarono, con forte senso del dovere, per la salvezza di altri. Episodi eroici e drammatici non mancarono. Tantissimi soldati, nei verdi anni della loro vita, rimasero nella steppa ghiacciata, altri morirono di stenti e malattie nei campi di concentramento; pochi tornarono. E’ doveroso elevare un pensiero a ricordo di quanti hanno lasciato i loro cari per morire in terre lontane. Se la guerra fa parte del DNA dell’uomo, la pace è necessariamente una mèta da perseguire.sx Fronte Russo pattuglia sul Don 1941 dx nella neve della steppa 1942 Foto di G. Délmati

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