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LA POESIA DEL LAVORO – La premiazione nella Sala Consiliare del Comune di Milano

LA POESIA DEL LAVORO – La premiazione nella Sala Consiliare del Comune di Milano –

di Gianpiero Dèlmati

Il 12 ottobre alle 10.30 presso la sala consigliare del Comune di Milano, si è concluso il Concorso Letterario sul Lavoro intitolato a Renzo Oriani, promosso da CISL Milano Metropoli. Presidente della giuria Sandro Pastore che, per l’età avanzata non ha potuto presenziare. Pastore, nato nel 1916 ha partecipato alla Campagna di Russia ed alla Resistenza. Ha portato il suo impegno cristiano nella vita famigliare, civile e sindacale. Ha iniziato l’attività di sindacalista in Brianza, per arrivare fino a ricoprire la carica di Segretario Organizzativo della Cisl di Milano. La poesia è per lui un momento di riflessione, evasione e gioia spirituale, ritrovando le sue origini.

La sala era gremita di autori, accompagnatori e appassionati di quest’arte. I lavori pervenuti sono stati circa un centinaio. Le premiazioni sono state fatte in funzione di tre categorie di poeti. Il Dr. Ladonio quale moderatore.  Il Dr. Basilio Rizzo Presidente Consiglio Comunale ha aperto la manifestazione con i saluti, seguito da Danilo Galvagni Segretario Generale Cisl Milano Metropoli. Ecco i vincitori.                                                                                           

Categoria  giovani:  1°  Maurizio Di Lucchio “IO SONO IL MIO LAVORO” – La poesia descrive con grande efficacia le contraddizioni, la ritualità, il peso del lavoro di oggi per giovani che vorrebbero sperare in una prospettiva diversa – 2° Stefano Lanzi “IL RIPOSO DEL GUERRIERO”- La quotidianità di un lavoro manuale, preciso, importante, svolto tra colleghi e superiori è dipinta con tratti di sintetica ma efficace maestria -, 3° Michela Tata “ANNI”- Preso atto che il lavoro è profondamente cambiato, questa poesia comunica con intento la sensazione dell'autrice dei danni prodotti tanto dal lavoro in risaia quanto da quello al computer. Oggi come ieri-

Categoria adulti: Giampaolo Agrati “LAZZARONE”-Tra occasioni perdute, desiderio di riscatto, voglia di lottare, questa poesia dà al lavoro regolare un posto fondamentale per la dignità dell'uomo -, Giuseppina Busceti “TRAGITTO FERIALE” – Sintesi immaginifica di strordinaria efficacia. Con piccoli tocchi l'autore ottiene una splendida descrizione del passaggio dal 'fuori' al 'dentro' del lavoro -, 3°Aurora Marella “Magnaghi, Via Stamira d’Ancona 27, Milano”- Rimpianto e ricordi attraverso sensazioni vissute e non comprese, rimandando al lavoro che segna nel fisico in modo fastidioso ma accettato nella speranza di costruire per i propri figli un avvenire migliore –

Categoria  senior:Adriana Inzoli “MINACCIANO PIOGGIA PENSIERI DI VINACCIA” – La poesia cerca con successo di dimostrare come dal duro lavoro agricolo possa nascere la riflessione tra i gesti quotidiani del lavoro e il nostro stesso essere e vivere -,Placido Volpati “TRIPPA PER GATTI” – Con semplici versi un pò scherzosi la poesia manifesta ciò che molti anziani vivono: rimpianto del passato seppur duro, invito ai giovani a vivere il presente costruendo il futuro – Anna Cerone “IO EMIGRANTE”- In questa poesia è descritta tutta la sofferenza di chi si è spostato per trovare lavoro in contesti vissuti come ostili: passato o presente?

Le letture delle opere sono state sottolineate con intermezzi musicali (voce e chitarra) di Mario e Ciatuzza, che hanno proposto canti popolari del lavoro provenienti da diverse Regioni italiane.

La Giuria all'unanimità ha scelto l'elaborato Operai come testo musicabile, per il suo particolare ritmo, assegnando quindi al poeta MAURIZIO COMOTTI una particolare menzione. La poesia- canzone è stata cantata, accompagnandosi con la chitarra, da Marco Caboni.

Ecco il testo

dell'Autore Maurizio Comotti dal titolo

                                                    OPERAI

Abbiamo tuta e caschetto 

mangiamo seduti sul muretto

respiriamo fibre nei cantieri

oggi più poveri di ieri

costretti alla "catena" con le mani cotte

sai alla casta del Palazzo quanto gliene fotte

mentre nei salotti sfoggiate la Treccani

altre fabbriche chiuderanno domani

perdiamo casa, famiglia e focolare

da mesi non possiamo più pagare

manifestiamo, chiediamo ascolto, continueremo a presidiare

invochiamo poeti e Santi… veniteci a salvare…

quali dignità, speranze, sogni … futuro?

a noi non resta che sbattere la testa contro il muro

precari, disperati, suicidi e violenti

qualcuno ancora tiene duro, stringe i denti

allora non sapevamo del mortale minerale

o di quel tetto che potesse crollare

allora dai "Padroni" parole e sicurezza

traditi come Cristo, privati di ogni certezza

oggi ci pagate per morire …

per lo più in silenzio

e … se decidessi di parlare? … domani ti licenzio!

 

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