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Riscoprire, ricordare e restituire

Riscoprire, ricordare e restituire

Intervista di Gianpiero Dèlmati a Lauretta D’Angelo

Il profilo

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 – Dottoressa Lauretta D’Angelo, cosa l’ha spinta ad interessarsi all’antico “borgo” denominato Villapizzone, inglobato successivamente (1923), nel Comune di Milano?

<<Qualche anno fa ho dovuto assistere mia madre per diversi pomeriggi, e durante quelle lunghe ore passate insieme,abbiamo condiviso ricordi riguardanti il trascorso in questo rione cittadino, dove sono nata, e dove la mia famiglia si è trasferita nel primo dopo guerra (1948). Da questa condivisione di ricordi, è nata l’idea di “riproporre” questo vissuto in un romanzo contenente accenni storici, ed a ricostruire quella che era stata l’evoluzione del quartiere. Successivamente alla pubblicazione del mio libro L’ultimo spenga la luce che si occupa, nella prima parte, della mia vita, ho deciso di proporre una “restituzione” di quella che era stata la mia vita nel quartiere fruendo della Biblioteca di Via Console Marcello dove ho trascorso molto del mio tempo. Per me era uno spazio a disposizione dove poter studiare. Noi eravamo una famiglia povera numerosa. Non avevo un mio spazio personale, quindi la Biblioteca era diventata un luogo dove non solo andavo a studiare, ma anche dove ho potuto condividere varie esperienze, anche politiche, amicizie, racconti e storie relative al “borgo”, elevato a quartiere di Villapizzone.>>

– Deduco che da questi incontri, da tali racconti e amicizie, lei abbia avuto una “spinta”interiore alla sua idea di restituzione…

<<Sì, poiché la Biblioteca stava lanciando un progetto che riguardava la raccolta di documenti, testimonianze, foto e quant’altro era stata la vita vissuta nel tessuto sociale nel quartiere dal dopo guerra fino alla metà degli anni ’70 del secolo scorso, e fino alle soglie dell’avvento del digitale. Così ho cominciato a collaborare con il responsabile Sergio Re e Paolo De Poli, raccogliendo foto, testimonianze, tradizioni, storie e ricordi oralmente espressi dando vita ad un archivio cartaceo.

E con l’aiuto dell’amico Claudio Gironi che ha realizzato in modo autonomo il volume ” Villapizzone- storie e memorie”, dove documenta l’evoluzione urbanistica, socio-economica e momenti storici del “Borgo”. Quindi pensai di proporre tutte queste esperienze ai cittadini Villapizzonesi. Così organizzai, nel Novembre 2019,questa “restituzione”.>>

Cosa intende per restituzione?

<<Per me “restituzione” vuol essere, letteralmente, restituire ai cittadini ciò che il quartiere ha “donato” ai suoi abitanti durante la sua evoluzione storica e sociale nel tempo. Nel contesto e, tornando alla proposta di Novembre, sono stati presentati documenti, foto ecc. rigorosamente originali raccolti in fondi formanti un cospicuo archivio. E’ stata una serata con un’inaspettata affluenza, al punto che abbiamo dovuto chiudere l’ingresso alla Biblioteca poiché lo spazio per accogliere era esaurito! Molti presenti hanno raccontato le loro esperienze vissute nel quartiere. E’ stata anche ricordata l’occupazione della Villa Radice Fossati ed anche quella della Biblioteca negli anni ’60…>>

– Quindi, tutto questo è da considerarsi un percorso storico documentato…

<<Sì, certamente, anche perché ciò è stato considerato come ultima documentazione cartacea… poiché non sappiamo, per ora, cosa succederà del materiale digitale. Susseguentemente, per rispondere al desiderio di coloro che quella sera di Novembre non hanno potuto partecipare, il 5 Febbraio scorso abbiamo riproposto un incontro, avvenuto con successo di pubblico partecipante con vivacità e con il desiderio di conoscere ciò che fu, è e sarà,Villapizzone.>>

– Attualmente, cosa ha riscontrato di cambiato nel tessuto sociale, urbanistico ecc. confrontato con il passato?

<< Penso che ci siano delle costanti, così come come delle differenze. Le costanti sono legate all’accoglienza del periodo post bellico, quando il borgo accolse gli immigrati del Sud Italia e non solo; quindi, un quartiere che accolse anche perché c’era possibilità di lavoro: era iniziato il “boom italiano”. La stessa mia famiglia si trasferì qui poiché aveva subìto il bombardamento della propria casa. Attualmente il tipo di immigrazione è cambiata, ma l’accoglienza non è mancata.>>

– Lei è una docente, ha avuto modo di parlare di questo borgo nell’ambito della sua professione?

<< Ho fatto un intervento a proposito agli studenti del Liceo P. Bottoni ( ex Scuola Comm.le Piatti) dove frequentano, in percentuale molto elevata, studenti stranieri immigrati, e ho cercato di far capire che questo rione è stato un luogo di accoglienza, come lo è ora.>>

– Si riscontra, oggi, un cambiamento evolutivo in questo moderno agglomerato milanese?

<< Ovviamente ci sono stati dei notevoli cambiamenti; sicuramente è un quartiere che sta vivendo un momento d’espansione e di evoluzione, grazie

anche all’insediamento del Politecnico che ha portato cambiamenti di carattere urbanistico coinvolgendo, di riflesso, il mercato immobiliare…>>

E’ possibile un paragone riguardante il sociale fra gli anni ’50-’60 e quello di oggi?

<< Questo è un aspetto su cui stiamo lavorando. A tal proposito si riscontrano alcune iniziative: ci sono comunità laiche, associazioni ( es. Radice Fossati …) che si occupano d’integrazione al fine di ricuperare il senso di comunità che negli anni del Secolo scorso era molto forte e sentito.>>

– Esiste un luogo, oltre la Biblioteca, dove poter riunirsi al fine di quanto da lei espresso?

<< Sì, c’è un locale bar in via Mantegazza 38, dove i gestori rendono disponibile uno spazio per accogliere, anche, chi è interessato a questo progetto. A questo proposito, abbiamo in programma di coinvolgere nuovamente i villapizzonesi con un incontro, a Marzo, dove Sergio Baratelli , in un monologo, racconterà una serie di aneddoti , ricordi… simpaticamente esposti. Inoltre, in Maggio, organizzeremo una “passeggiata” nel borgo, visitando luoghi storici e leggendo brani letterari di autori come Testori. Sarà un evento culturale molto interessante.>>

– Quindi, considerando quanto da lei esposto,quello che la sorregge al fine di questa lodevole iniziativa, denota una forte passione per il “borgo” dove Lei è nata…

<< Credo che la mia generazione abbia ricevuto molto da questo tipo di quartiere. Non è solo una questione nostalgica, ma è il riconoscere che l’aver condiviso in modo così stretto ed aver messo a fuoco una serie di problematiche, discussioni e altro possa “restituire” al quartiere ciò che mi ha donato.>>

A suo parere, oggi si riscontra una differenza nei valori sociali?

<< A quei tempi i riferimenti erano pochi: la Chiesa, l’Oratorio o la Sezione politica e la Biblioteca… ma erano comunque fonti di valori. Oggi i ragazzi si trovano presso i centri commerciali che, però, a mio parere, non producono valori, bensì dis-valori. Quindi il tentativo di dare un senso alla Comunità è anche quello di trovare partecipazione e condivisione.>>

– Prof Lauretta D’Angelo, la nostra generazione forse aveva una voglia di speranza. La speranza c’era ed era sentita, poiché potevamo intravedere un certo futuro e ci credevamo…

<< Forse oggi si tende a togliere questa speranza ai giovani, lo dico da insegnante. Questa speranza l’avrebbero, credo che dovremmo essere noi per primi ad aiutarli a credere in essa.>>

– Dottoressa Lauretta D’Angelo, nel ringraziarla a nome della redazione di “Comunicazione e Forme”, auguro a lei ed al suo gruppo nuove ricerche e nuove scoperte del borgo di Villapizzone.

Nda. Il borgo pare risalga al XIV Sec. Inglobato dal Comune di Milano nel 1923

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ANTICA TRATTORIA MELGASCIATA  Secolo XVI

INCONTRO COI VILLAPIZZONESI

    Gianpiero Dèlmati

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Commenti (2)

  1. Lauretta D’Angelo ha detto:

    Grazie per l’ampio e bel resoconto di quanto fatto da me e Claudio Gironi nell’ambito dell’iniziativa Mi ricordo Villapizzone. Mi preme ricordare che con noi hanno collaborato gli amici Angelo Colombo, Rolando Mastrodonato e Ernesto Rossi che hanno contribuito portando la propria testimonianza di partecipazione e impegno nella vita politica e sociale del quartiere negli anni Sessanta e Settanta che erano il fuoco della riflessione che ci si era proposti di condividere. Il locale di via Paolo Mantegazza che ci ha ospitati è la Quasilocanda che ha aperto da pochi mesi e che vuole proporsi come luogo d’incontro culturale e di condivisione per il quartiere.

  2. Alberto Rigotti ha detto:

    Bellissimo racconto dell’eccezionale lavoro svolto. Grazie infinite alla prof. Lauretta D’Angelo per il suo impegno e la sua competenza.
    Da villapizzonese che non abita più nemmeno a Milano un grazie di cuore.

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