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Quella festa a Milano nello studio di XANTE BATTAGLIA – Autore BRUNO GALLO

QUELLA FESTA A MILANO

NELLO STUDIO DI XANTE BATTAGLIA

E’ trascorso tanto tempo – erano gli anni ’60 – da quella magica serata che non ho mai dimenticato.

Invitato, assieme al Dott. Savatore Marcianò, da Lilly Battaglia e dal suo fidanzato Italo Richichi, al fantasmagorico party, da Pavia sede degli studi universitari in cinquecento Fiat ci recammo a Milano presso lo studio dell’Artista Pittore Xante Battaglia, intorno alle ore 19:00.

Le strette di mano si moltiplicavano tra le tantissime persone accorse mentre il bisbiglìo crescente dovuto all’aria di festa esaltava sempre più la creatività presente nei dipinti di Xante appesi alle pareti. La nutrita presenza culturale eterogenea, si rivolgeva al Maestro perché spiegasse loro il nuovo percorso rappresentativo dell’arte pittorica moderna. L’aria che circolava, dopo circa un’ora dall’arrivo in casa Battaglia, era diventata gustosa, perché ricca di spunti culturali. In breve tempo, tra un drink e l’altro, Xante utilizzò come tela su cui dipingere il viso, la fronte, le braccia di noi presenti; ricordo che sulla mia fronte dipinse una corona di color rosso per farmi somigliare ad un re. “Quella Festa a Milano” prendeva forma in uno spazio divenuto artistico perché privato dai tanti lacci e dalle pastoie sociali che limitano la libertà dello spirito. Ecco, dunque, un giovane chitarrista intonare il flamenco:
una solitudine insondabile, un’eterna malinconia sono circolate nelle pieghe più profonde dell’Anima al vibrare delle corde. Chiesi allora alla platea di poter recitare assieme al chitarrista (mi era stato concesso) dei versi di Federico Garcia Lorca con il sottofondo del flamenco Asturias (autore Isaac Albeniz) .

Mi piace riportare di seguito i versi di G.Lorca.

A volte vorrei impazzire per non soffrire

Perché la follia allevia il dolore,

Un dolore che non può finire.

E’ venuta la morte al mio capezzale

Ma non ha voluto portarmi con sé

Perchè il mio destino l’ha fatto aspettare.

Quando se ne è andata

Mi sono messo a piangere!

Questa per me è una vita senza speranza

Non c’è bisogno di seppellirmi

Perché anche da vivo sono già sepolto.

(G.Lorca)

I ricordi riportati su queste righe li trovo interessanti perché mi legano alle persone con le quali, a Pavia, abbiamo trascorso anni felici. La scomparsa recente del Prof. Italo Richichi mi ha creato angoscia.

Finisco col doveroso saluto rivolto a Xante Ballaglia, titolare della prima cattedra di pittura nell’Accademia di Belle Arti di Brera, grande pittore di spessore internazionale, “conosciuto come l’interprete del PostArcaico proprio perché dà vita alla figura femminile, alla Grande Madre che ha dato origine all’ universo “.

Bruno Gallo

 

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